IL FUMETTO SALE IN CATTEDRA

Luigi Calcerano


 

 

Esiste un luogo, tra il bianco e il nero, dove nascono le storie a fumetti. Dove si trova questo luogo? Quali sono le leggi fisiche che lo governano? Non chiedetelo a me. Io sono così ignorante che dopo 5 anni di francese tutto quello che ho imparato è "good morning".

(Rat-Man, il personaggio creato da Leo Ortolani)

 

Il fumetto è stato sempre bistrattato, respinto ai più bassi livelli della gerarchia culturale. E’ stato considerato un (banale) passatempo per ragazzi che peraltro degradava  chissà perché a  pericolosa (se non dannosa) distrazione quando il ragazzo era considerato in situazione d’apprendimento, a scuola.

Col tempo, peraltro il fumetto aveva messo le ali, tanto che attualmente, in tempo di crisi della lettura, rappresenta uno dei generi letterari più letti al mondo.[Perché il fumetto è (anche) letteratura…]

Gli stili si sono diversificati nel corso degli anni e i generi, fantascienza, fantastico, humour, caricatura, poliziesco, folklore, suspense…  hanno  tutti ricevuto un vantaggio dal talento e dall’immaginazione di disegnatori che fanno onore all’Arte  più che all’artigianato.

Art Spiegelman, Frank Miller, Breccia… e le strisce di  Schulz, Walt Kelly, Garry B. Trudeau [queste ultime tradotte in italiano dall’indimenticabile Enzo Baldoni...] e i nostri  Hugo Pratt, Dino Battaglia, Giancarlo Berardi, Crepax! Ne dimentico troppi, sono solo quelli a me più cari, con i quali sono cresciuto, come uomo e come scrittore!

E poi…fantasia, immagine inconscio… Comunicazione e metacomunicazione stimolate attraverso un media alternativo.

La pedagogia  ha sempre avuto molto da guadagnare misurandosi con il fumetto ed includendolo tra gli strumenti del suo armamentario.

 Con Banchi di Nuvole ce ne siamo accorti anche noi a scuola. Magari solo con un po’ di ritardo…

 

Quand’ero capo dell’Ispettorato educazione Fisica e Sportiva fui da alcuni criticato per aver proposto e  lanciato in modi diversi la didattica del romanzo poliziesco, della fantascienza, dell’enigmistica, della poesia Haiku.

Ci fu dopo  qualche articolo di giornale, peraltro benevolo, [ricordo Famiglia Cristiana e una taglio basso della prima pagina di Repubblica] un biglietto vergato a mano con cui un autorevole collega chiedeva di porre un fine alla mia fantasia di amministrativo. Per come vanno le cose negli uffici quel biglietto mi tornò fra le mani poco tempo dopo assieme a tutto il fascicolo delle mie nefande circolari.

Proprio mentre mi accingevo finalmente a varare una iniziativa sul fumetto fui, dunque,  cortesemente richiamato all’ordine dalla burocrazia ministeriale che riteneva iniziative così anomale capaci di intaccare il buon nome dell’amministrazione, addirittura l’autorevolezza del  ministero.

Dovevo smetterla con iniziative del genere e sottoporre le mie circolari al vaglio del Gabinetto prima di inviarle e crear scandalo. Coactus tamen volui. La smisi.

Il fumetto passò in cavalleria…

E’ con gioia che sono riuscito a rilanciare, in questi anni, da una diversa collocazione nell’organigramma della Minerva, grazie alla disponibilità ed all’intelligenza dell’amico Cosentino, la didattica “del fumetto  [e “con il fumetto”], collaborando a sostenere e implementare una iniziativa che, peraltro, affondava nella consapevolezza didattica della lontana Direzione Generale per l’Istruzione Elementare ma che non era quasi uscita dal bozzolo. E poi Rapelli…Di Bella…la storia è nota.

In effetti, a ben vedere, gli obiettivi formativi che si possono raggiungere proponendo il fumetto nella scuola sono di incontrovertibile importanza:

Ø     progettazione di attività interdisciplinari capaci investire tutte le discipline e che valorizzino l’utilizzazione di un linguaggio trasversale ed interculturale;

Ø     arricchimento delle competenze professionali dei docenti rispetto alla conoscenza e all’utilizzazione di tecniche di comunicazione, con particolare riferimento a quella iconica e  per immagini;

Ø     promozione nelle scuole di iniziative di ricerca-azione centrate sulla didattica  laboratoriale

Ø     promozione e  sviluppo delle abilità della scrittura, della lettura, interpretazione, ascolto, sintesi, valutazione estetica;

Ø     sviluppo della creatività che si può incanalare nell’impegno operativo del disegno, della narrazione, del collegamento tra immagine e racconto

Ø     utilizzo del valore educativo del gioco e comunque delle componenti ludiche di una produzione di fumetto per la motivazione.

Certo il fumetto può essere veicolo educativo o non può esserlo ma questa è caratteristica che condivide con tutti gli altri mezzi di comunicazione di massa!

Sarebbe limitativa,  riduttiva (e quelli di Banchi di nuvole lo sanno bene) la mera utilizzazione del fumetto come strumento di promozione attraverso cui veicolare “messaggi” di diversa valenza riconducibili alle cosiddette educazioni Usare il fumetto come cavallo di Troia nelle campagne varie contro la droga, l’AIDS, il doping, soltanto per indurre comportamenti orientati con mezzi capaci di penetrare l’armatura di indifferenza dei giovani.

La sua funzione più nobile è quella che lo sottopone a critica, lo considera mezzo espressivo per stimolare l’immaginazione, la fantasia e le abilità comunicative e narrative dei ragazzi o  come supporto allo sviluppo di itinerari di socializzazione, auto-promozione, anche a fini d’orientamento e , perché no, di professionalizzazione.

Ora una pista particolarmente interessante sembra quella di integrare le qualità derivate dall'informatica alle misconosciute e demodé capacità operative manuali, avviando gli studenti  a muoversi con creatività in una ricerca grafica che  permetta loro di imprimere un proprio stile ai diversi campi della progettazione visiva.

I diversi lavori che già Banchi di nuvole ha prodotto rappresentano bene  l’esito raggiunto di una competenza capace di colpire e trasmettere originalità, a stimolare competenze idonee magari, in futuro ad  adattarsi a qualsiasi tipo di richiesta professionale.

Molti lavori possono essere disegnati manualmente e poi colorati ed elaborati con programmi informatici, pratica tra l’altro che  dà la certezza di realizzare un prodotto unico, originale  che in una prospettiva professionale futura sarebbe creato appositamente per le esigenze del richiedente.

Le difficoltà e i pregiudizi che sino ad ora hanno rallentato crescita e maturazione dell’utilizzo del fumetto a scuola non sono peraltro definitivamente esorcizzati.

Anche a questo può dare un contributo decisivo Banchi di nuvole, a porre  in evidenza quali siano le potenzialità espressive e comunicative alle quali è stato comunque possibile giungere.

Il fumetto è nato e si è guadagnato i galloni di nona arte! Personaggi leggendari sono nati dai colpi di pennino di disegnatori di grande talento, il pubblico, e a rimorchio le case editrici  hanno contribuito ad elevare al rango di arte quello che era considerato un semplice svago!

E l’arte e la letteratura a scuola si trovano a casa loro!

E col fumetto possiamo ricordare tante cose che ci dimentichiamo di sapere o che ci hanno fatto dimenticare…Come quella che ci illustra Mauro Nervi nei suoi magnifici essenziali aforismi a fumetti ,che riportiamo in questa pagina[1] perché hanno certo valenza educativa ed è giusto, con essi, chiudere questo breve  ma sentito intervento

 

 



[1] Tratti da  http://www.comune.modena.it/glamazonia/fumetti/aforismi/fumetto.htm